Mtb: il perchè.

Già, spesso mi chiedo: “perchè mi sono gettato così a capofitto in questo sport?” Anni fa ero uno stradista convinto, uno di quelli che usava la mtb solo per spezzare un pò gli “allenamenti” o al massimo per fare qualche rilassante giornata in mezzo ai boschi. Poi anni di quasi inattività, dovuta a vari problemi fisici-tempistici e finalmente si è riaccesa la fiammella…certo i tempi della forma fisica sono mooolto lontani, ma lo spirito, quello che secondo me è il vero motore di ogni attività, è ben carico! Così quando qualche tempo fa scesi in garage, convinto a risalire in sella alla mia fidata bici da strada, con la coda dell’occhio ho visto spuntare da sotto un telo, una ruota tacchettata…non ho potuto resistere…in pochi istanti ero già cambiato e pronto a salire in sella. Una gonfiata alle gomme e via…e appena iniziata la salita e con lei il bosco, mi sono ricordato perchè adoro la natura.

Da quel momento, (non me ne voglia la mia fedele stradina) non sono quasi più sceso dalla mia Specy, se non per diversificare un pò la pedalata. Certo, lo so, è vecchia, fuori moda, con geometrie superate, ma ha sempre 2 ruote e credo che ciò che conta veramente, è il motore che spinge i pedali. E ora so il perchè mi piace così tanto.

Un pò perchè mi piace sfidare me stesso. Riuscire ogni volta a salire più in alto, a fare un tratto di salita più dura, da grande appagamento e soddisfazione. Poi, perchè adoro la natura, i paesaggi mozzafiato e incontaminati che molto spesso si incontrano girellando per i nostri monti. E mi piace tantissimo la sensazione di libertà che si respira lontano dalla città, dalla confusione e dalla frenesia di tutti i giorni.

Così, ogni volta che incontro un mtbista, un ovunquista, un xcista, un dhillista o un freeista, mi chiedo: “cosa lo spingerà ad infangarsi, impolverarsi, bucarsi tra ginepri e rovi di spine, sudare 70 camicie, gettarsi in discese che farebbero impallidire anche uno stambecco???”

Che mi dite??

Un pensiero riguardo “Mtb: il perchè.

  1. Caro Bracco, finalmente!
    Aspettavo da tempo (bè, tempo….da pochi giorni…da quando è nato il blog….) questo tuo post.
    Io lo chiamo ovunquismo, lo sai, ed è l’atteggiamento dello spirito per cui, quando sei in sella alla mtb, al di là delle tipologie e delle tecnologie, ti viene la prepotente voglia di andare ovunque, il desiderio di superare un (tuo) limite, sia esso una curva uno strappo micidiale, una pietraia, un fosso o il massimo livelle precedentemente raggiunto di fusione con il mondo. Nel giro che ho fatto stamattina (https://www.mtbistincalliti.com/blog/?p=251 al momento è da completare….), per esempio, ad un certo punto mi sono fermato in un campo, un posto ameno e solitario, vicino – in linea d’aria – al mondo ma da esso enormemente lontano. Qui ho superato ancora una volta quel limite che dicevo sopra, e mi sono totalmente fuso con il mondo (o la Natura, fate voi….). Questo mi spinge a salire in bici, a sporcarmi, sentire molto caldo o molto freddo e sbranarmi di rovi, questo e niente altro. Rispetto per chi si allena a tutta e cerca i tempi in salite (e discese), rispetto totale. Ma la mtb, perdonatemi, è molto di più di un cronometro. Anzi: con essa, talvolta, il tempo lo fermo, ovvero lo supero, ovvero lo domino. Non è Lui il mio padrone – come accade nella maggior parte delle nostre vite, sono io il suo. Lo chiamo ovunquismo: è uno stato dello spirito, e la bici è il mezzo per eccellenza per raggiungere questo piccolo NIrvana.
    Buon Primo Maggio!

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