Alpe di Poti e crinali anessi, con una capatina a Montauto…

Eh si caro Paolo, quel discorso delle distanze che sembrano immense a vederle, e poi ti ritrovi in cima a quel monte che sembra così lontano, è sempre più vero. Allora ti ritrovi a partire, una domenica mattina rigorosamente alle 6.30, con in mente (e il tarlo te lo ha insinuato quel bikers singlespeeder rigido :)) di andare verso l’Alpe di Poti, per poi riscendere dal versante dietro Anghiari. La distanza è ragguardevole, 85Km, con un dislivello non troppo impegnativo, ma con l’incognita della temperatura, che i meteorologi danno per altissima, e per me che non sono certo un fuscello, il caldo è come uno zaino carico sulle spalle.

IMG_4142

Così partiamo precisi come un orologio svizzero, sicuri che, nonostante i vari inviti su facebook, nessuno si presenterà alla partenza…Via per il lungotevere fino a Selci, dove lasciamo la strada bianca per un trasferimento obbligato su asfalto, passando per Pistrino, Fighille, e poi dietro per Via del Mulino fino all’incrocio con la SS73 che scende dalla Val dei Gatti. Qui appena attraversata la strada ci buttiamo a capofitto nello sterrato che costeggia dei campi coltivati, ovviamente, a tabacco (e sorvoliamo sugli anatemi che abbiamo lanciato, visto che siamo stati costretti a vari slalom tra le pozze d’acqua lasciate da una notte di innaffiamenti) e che ci conduce fino alle Valcelle, dove riprendiamo di nuovo l’asfalto per arrivare al bivio per Barliano.

Dopo qualche centinaia di metri di salita abbastanza ripida, incontriamo di nuovo uno sterrato che ci porta sulla strada che conduce a Toppole. Salendo, si incontra sulla sinistra una vecchia strada che un tempo era asfaltata ma che ora, viste anche le pendenze abbondantemente ripide, è letteralmente massacrata. Questa sale in maniera piuttosto decisa fino ad arrivare al bivio dal quale si può, andando a sinistra, scendere verso Toppole, oppure andando a destra, arrivare all’Alpe di Poti. Così ci incamminiamo e la strada, nonostante siamo saliti già in alto, continua a salire, senza grandi pendenze, ma con strappi continui che si fanno sentire, e il fondo a tratti sabbioso, di certo non aiuta il grip. Finalmente, dopo l’ennesimo strappo, vediamo di fronte a noi le antenne dell’Alpe! Ci siamo!

IMG_4164  IMG_4165 IMG_4166  IMG_4167 IMG_4169  IMG_4168

Il panorama che si gode da quassù è di quelli che ti rimettono in pace col mondo. Aria fresca, mille profumi di natura e la soddisfazione per essere arrivati in quella cima che si vede da lontano. Dopo le solite foto di rito, ripartiamo verso la parte più bella del percorso, i crinali. Subito la strada ci regala una sorpresa:

IMG_4170

Un simpatico “strappo” con pendenza indefinita e fondo piuttosto sconnesso. Così, dopo un vano tentativo di arrampicata, per evitare di ribaltarci all’indietro, decidiamo di accompagnare la bici a piedi.

Da qui in poi, la strada procede tra discese molto tecniche e impegnative e rilanci brevi ma intensi, fino a che non si esce dal bosco e si intravede il primo crinale:

IMG_4171  IMG_4172

La vista e splendida e incontriamo 4 poiane che volteggiano sopra le nostre teste (saranno stati avvoltoi???)

IMG_4173  IMG_4174

Dopo una lunga discesa incontriamo una collinetta glabra, con evidenti segni di un incendio che qualche tempo fa deve avere azzerato la vegetazione. C’è un sentiero che solca questa collina le cui pendenze sono quasi verticali…mamma mia che voglia di provarci! Ma purtroppo (o per fortuna) c’è un cancello ben chiuso a proteggere questa strada, per cui proseguiamo in mezzo ad un bel bosco, fresco e ombreggiato.

IMG_4175  IMG_4176

Al bivio per riscendere ad Anghiari, andare a Toppole o proseguire verso il valico della Scheggia, incontriamo una nuova protettrice degli mtbisti: La Cinghialara. E qui bisogna scattare la foto di rito!

A questo punto ci incamminiamo verso l’ultima fatica di giornata, Montauto. Attraversiamo la Libbia proprio al valico della Scheggia e saliamo per la strada che costeggia il bar. Dopo pochi metri asfaltati la strada torna bianca e inizia a salire dolcemente. Anche qui il panorama e i profumi catturano la nostra attenzione e ci scappa lo foto.

IMG_4177  IMG_4163

Il castello di Mantauto è privato, per cui la strada che porta in cima è semichiusa, così saliamo proprio alla destra del castello e ci immettiamo sulla strada che scende verso Tavernelle. Una bella discesa sterrata senza troppe difficoltà, ci porta alla Villa della Barbolana, una meraviglia che sembra fatta ieri ed invece è stata costruita nel 16esimo secolo (http://it.wikipedia.org/wiki/Villa_La_Barbolana).

Da lì a poco siamo di nuovo nello sterrato che ci porterà a Fighille e poi a casa per il lungotevere.

Inutile dire che è stato meraviglioso e appagante, che la natura non finisce mai di stupirmi e che abbiamo così tanti posti fantastici intorno a noi, dico solo che pedalare fa bene alla salute, non solo quella fisica, ma anche e soprattutto quella mentale e spirituale.

Il grazie più grande va, come sempre, al Maestro Ovunquista, che ha pazienza in salita e in discesa e che mi fa conoscere sempre posti spettacolari!

Alla prossima!

Per la traccia: http://www.gpsies.com/map.do?fileId=nnkhzgjtxbqnakqp&referrer=trackList (gentilmente offerta dal suddetto Maestro Ovunquista)

Un pensiero riguardo “Alpe di Poti e crinali anessi, con una capatina a Montauto…

  1. …grazie a te, Bracco, e alla tua compagnia! E stavolta, accidenti, abbiamo visto davvero tanti posti nuovi! E uno più bello dell’altro! Ti devo confessare qual’è il punto dove ho più “sognato”? La Montanina (dovrebbe essere questo il nome), quel posto nella foto dove sono di spalle, con quella casa isolata e panoramica… una favola! Comunque gran bella girata, tutta da ricordare.
    ….poveri nipotini…….
    AHAHAHAHAHAHAH!!!!

I commenti sono chiusi.